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La Confraternita

La Confraternita

La Confraternita

La devozione al Santo degli appestati nacque tra il popolo flumerese

dopo i tristi avvenimenti del 1656 che causarono lo spopolamento del paese. In seguito, aumentando il numero dei fedeli (anche in rapporto all’incremento della popolazione) fu avvertita l’esigenza di un luogo per il culto e di una spontanea aggregazione per la raccolta dei fondi. Edificato il piccolo oratorio, i fedeli di San Rocco formularono lo Statuto dell’Associazione (Regole) e le sottoposero all’approvazione dell’autorità ecclesiastica (Vescovo di Trevico, della cui Diocesi faceva parte). Infine, nell’anno 1751 la Congrega, chiese il beneplacito del Re di Napoli Carlo III.

La lunga fase di gestazione dell’iniziativa potrebbe essere spiegata dalla specificità di questa Confraternita che accoglieva nel suo seno la parte più povera della popolazione flumerese. Quella più florida dal punto di vista economico e culturale già faceva parte delle Confraternite del Santissimo Sacramento (nella Chiesa principale), di Santa Maria delle Grazie (nella Chiesa omonima), di Sant’Antonio (nella Chiesa di San Francesco annessa al Convento). Il fatto stesso che la Chiesa fu costruita “fuori delle mura” di cinta del paese, su terreno appartenente al pubblico demanio, sta a testimoniare la marginalità socio-economica degli affiliati (circa ottanta nel 1751) che, non potendo personalmente disporre di un sito più idoneo, scelsero il pubblico demanio della Pagliarole, sul quale a nessun disgraziato veniva negato il permesso di costruirsi una capanna di paglia per ripararsi dalle intemperie. Il luogo, extra moenia, con il suo spettacolo di miseria, non poteva offendere neppure…. La vista del cittadino abbiente, abitante dentro le mura della Terra.

Tra i vari Priori che si sono susseguiti alla guida della Congrega, particolare menzione merita Zenti Pasquale. Fu costui, infatti, che, tra il 1899 e il 1902, fondò il “Monte Frumentario” il cui scopo era quello di debellare l’usura che opprimeva i contadini flumeresi.

Nella sua Relazione del 24 gennaio 1903 così scriveva:

"Nei primi mesi del 1899 fui, dalla fiducia di questi Confratelli, chiamato all’onorevole incarico di Priore. Conoscendo lo stato in cui la Confraternita era ridotta, esitai ad accettare il mandato. La Chiesa era in perfetto abbandono. Non vi erano soffitte, non vi erano finestre, pioveva da ogni parte per mancanza di tegole. I preti, non pagati, si rifiutavano di intervenire ai funerali, e non volevano accettare l’ufficio di Cappellano.

Tuttavia, per devozione al Santo, mi sobbarcai al grave compito di sistemare l’Amministrazione.
Sognavo di meritare il plauso e, per contrario, mi è toccato il biasimo!
Posi, poi mano ai lavori di restauro della Chiesa, feci una strada per accedervi, provvidi la Congrega di una serie di lampade e di mozzetti.
Ho fatto feste con una pompa che da qualche tempo mancava.
Ma non limitai la mia opera a questo riordinamento.
Visto che i poveri confratelli, quando era l’epoca della semina, per ottenere la semenza, dovevano sudare sangue, pensai a gettare le basi per un Monte Frumentario….che servirà a domare l’usura ed a fare stare a posto gli strozzini…..dal conto ora risultò un accredenzamento di sessantotto tomoli di grano che uniti alla colma ed alle altre offerte…., tra qualche anno potranno superare di molto il centinaio.
Pensai quindi a fare l’Inventario esatto di tutto l’oro e l’argento che si appartenevano al Santo e con orgoglio posso affermare che in quattro anni di gestione ho fatto quasi la metà dell’oro da che esiste la statua...."

Ad oggi la Confraternita di San Rocco consta di oltre mille iscritti e non assolve più alla funzione di Monte Frumentario, atteso che, nel corso degli anni, le condizioni socio-economiche della popolazione sono decisamente migliorate.

Ha mantenuto, in ogni caso, la propria vocazione caritativa nonché la gestione e la cura della Chiesa e della statua del Santo Protettore1.

 

 

 

Nota

1- 1 – V. Caruso, Flumeri: San Rocco, la chiesa, la confraternita, il Giglio, pp. 36, 37 e pp. 40,41, Piccola Biblioteca, a cura della Pro Loco Flumerese, Poligrafia Ruggiero s.r.l., 1987, Avellino.